Ci sono vite che iniziato ‘sbagliate’ e continuano peggio, in una discesa apparentemente inarrestabile verso un disastro annunciato fin dalla nascita.
La vita di Demon Copperhead è una di queste.
Una nascita miserabile e quasi miracolosa dal grembo di una tossicodipendente, senza un padre, in una casa mobile ai margini della società civile è il bagaglio che Demon si porta appresso fin da piccolissimo. La prima infanzia trascorsa nella miseria, nel degrado e nell’abbandono sarà comunque per Demon un periodo felice, perché potrà contare sull’amicizia di Maggot, il ragazzino che vive nella casa accanto alla sua, e sull’accoglienza dei Peggot, i nonni di Maggot, che lo tratteranno sempre come un nipote. La morte annunciata della madre scaraventerà Damon in un inferno di affidi in famiglie disfunzionali, dove conoscerà la violenza, la fame, la trascuratezza e l’emarginazione, fino a quando, cercando di rintracciare quel che resta della famiglia paterna, approderà in una casa vera, in una famiglia che -finalmente- gli offrirà le opportunità che non ha mai avuto ma, anche in questo caso, per Demon ci sarà un prezzo da pagare.
Barbara Kingsolver scrive un romanzo magnifico che ricalca il dickensiano David Copperfield fin dal titolo ma che è fortemente radicato nel territorio e nella società americana nel suo sviluppo. Demon, nonostante l’innegabile svantaggio delle sue origini, riesce a diventare un’incarnazione del tipico eroe americano, il self made man, quello che, nonostante le avversità, riesce a trionfare, a diventare qualcuno da ammirare e invidiare. In realtà Kingsolver riesce a deostruire perfino questo mito tipicamente americano e fa capire al lettore che, dietro a fama e successo, c’è un prezzo da pagare e che questo prezzo, in molti casi, è troppo alto per quel che ricevi in cambio.
Demon Copperhead è un romanzo in cui non si nasconde lo sporco sotto il tappeto ma si ha il coraggio di mostrarlo, di esporlo, perché solo così si può innescare un cambiamento positivo.
La denuncia di Kingsolver della società americana è completa e inappellabile: dall’abbandono del più debole, alla violenza perpetrata su chi non può difendersi, dai falsi miti che si pagano rinunciando a parti essenziali di sé, alla denuncia della disponibilità dei farmaci antidolorifici, alla solitudine. Kingsolver non nasconde nulla ma non realizza un romanzo pessimista e privo di speranza, anzi, la fiducia per un finale positivo resta anche se si presenta come una luce fioca alla fine di un tunnel buio.
Demon Copperhead, vincitore del Premio Pulitzer 2023 è un romanzo che merita di essere letto e conosciuto e Barbara Kingsolver è una scrittrice da tenere d’occhio.